Ambienti abilitanti che curano e comunità locali inclusive
Quando ci riferiamo ad un ambito territoriale politicamente o culturalmente delimitato, come una città, un quartiere, o un qualsiasi altro contesto ambientale di convivenza socio-politica, il concetto di Comunità Locale ci aiuta ad identificare lo spazio mentale e relazionale in cui andare a valutare la qualità ed il livello di salute mentale che lo caratterizzano.
La Comunità Locale rappresenta infatti il contesto relazionale ed il campo mentale su cui intervenire con pratiche di sviluppo sociale, di partecipazione politica, di benessere relazionale, di costruzione, di significato e co-visione, attraverso le quali garantire la qualità della salute mentale di tutti i suoi membri e delle reti sociali che li attraversano. Tali pratiche possono quindi essere considerate come veri e propri interventi di psicoterapia di comunità, così intese perché migliorano la salute mentale di comunità attraverso l’azione di servizi professionali community focused.
Ai due estremi oggi ci sono due tipologie di psichiatria.
L’approccio dominante attuale in ambito sanitario, sia a livello nazionale che internazionale, è quello biomedico e burocratico, tendente ad una logica prestazionale e parcellizzante piuttosto che comunitaria e capace di considerare la persona nella complessità della propria intersoggettività e dei propri bisogni di cura. Essa ha come capisaldi il medico, la diagnosi, la prescrizione farmacologica o comportamentale e il ricovero sia durante la fase acuta che durante la lunga fase di assistenza residenziale. Questo è il modello che nella maggior parte dei casi viene adottato dalle Università in medicina ed in psichiatria.
Questo tipo di psichiatria è potentissima perché tende a semplificare la complessità del nostro lavoro e nasconde tutta una serie di interessi politici, culturali ed economici che passano inosservati. Ci riferiamo agli interessi delle multinazionali farmaceutiche e delle residenze psichiatriche private.
Oggi questa psichiatria neo-istituzionale ha determinato un numero di “ricoverati” nelle residenze uguale e forse maggiore rispetto a quando erano ancora in funzione gli ospedali psichiatrici. Certamente queste strutture sono più moderne, pulite e sicuramente anche più funzionali, ma sono sempre luoghi dove le persone stentano a sviluppare tutte le loro potenzialità. Potremmo riprendere il concetto di Yunus, inventore del micro-credito, il quale sostiene che se un seme viene coltivato in un vaso alla fine diverrà un bonsai; tuttavia se viene coltivato in un terreno libero e fertile diverrà un albero.
Questo tipo di psichiatria presente allo stato attuale e in passato, con tutta probabilità sarà ancora presente in futuro. È ipotizzabile, e in parte si sta già verificando, che in contemporanea a questo tipo di psichiatria se ne stia sviluppando un tipo diverso che noi chiamiamo salute mentale di comunità e ambienti abilitanti.A livello locale è presumibile una convivenza tra le due forme di psichiatria.
La nostra esperienza e riflessione scientifica e culturale ci ha portato oggi a concepire un Servizio di Salute Mentale democratico e dialogico, ispirato ad un codice etico e costituito dai valori di verità, compassione, uguaglianza, libertà, coraggio e responsabilità, ossia le basi delle moderne istituzioni scientifiche e democratiche. I codici etici laici sono un sistema di valori a cui tendere piuttosto che una realtà data per certa.
Democrazia e Salute Mentale sono due beni pregressi e indivisibili. Ci si accorge della loro importanza quando ne siamo privati, quando si perdono o sono a rischio.
Iniziamo riflettendo sulla democrazia…
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